Giovedì della XI settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

VANGELO (Mt 6,7-15)
Voi dunque pregate così.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

Commento

La preghiera deve essere in tutto simile all’azione che anticamente facevano le donne quando ancora l’acqua corrente non era nelle case. Si prendeva un’anfora o altro recipiente vuoto, ci si recava alla sorgente o al pozzo, si attingeva l’acqua e con il recipiente pieno si ritornava a casa, portando con sé la fonte stessa della vita.
L’umanità è un recipiente sempre vuoto. Dobbiamo ricolmarlo di ogni bene divino e umano, celeste e della terra, per il corpo, lo spirito e l’anima. Una volta che ci siamo ricolmati della verità, grazia, provvidenza, perdono, santità, misericordia, aiuto, pace del nostro Dio, con questi beni celesti dobbiamo presentarci ai nostri fratelli, mostrando loro la nostra umanità piena del Signore Dio nostro, umanità che è piena di fede, carità, speranza, grazia, verità, compassione, ogni altro dono celeste.
Gesù nella preghiera del “Padre nostro” ci rivela qual è il nostro vuoto. Siamo vuoti di santità. Dio è la fonte, la sorgente di ogni santità. A Lui dobbiamo ricorrere perché infonda in noi il suo Spirito di santità che ci trasformi e ci conformi, ci crei e ci rinnovi costantemente ad immagine della sua divina ed eterna santità. Senza quest’opera diuturna dello Spirito Santo, la nostra umanità sarà perennemente vuota di santità e il peccato ci sommergerà sempre. Solo la santità di Dio è forza potentissima che allontana da noi ogni trasgressione e violazione dei Comandamenti. Solo essa è energia fortissima che ci fa compiere solo e sempre tutta la volontà di Dio.
Noi siamo fuori del regno di Dio. Il peccato ci fa appartenere al regno del principe di questo mondo. Solo Dio può venire, strapparci dalle meni di Satana e trasferirci nel suo regno di luce e di pace. Solo Lui può conservarci nel recinto del suo regno, impedendo che Satana venga e ci riprenda di nuovo, secondo l’insegnamento di Gesù Signore: “Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo, ma non ne trova. Allora dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. E, venuto, la trova vuota, spazzata e adorna. Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora; e l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima” (Mt 12,43-45). Siamo fuori del regno perché non facciamo la divina volontà. Anche questa grazia dobbiamo chiedere al Signore: che ci faccia fedeli osservanti di ogni sua Parola, oggi e sempre, per tutti i nostri giorni.
Tante sono le cose di cui siamo privi: il nutrimento quotidiano, l’incapacità di saper perdonare, la forza per vincere le tentazioni, il potere di stare lontani dal male. Queste cose non sono nelle nostra umanità. Sono fuori di noi. Dobbiamo attingerle perennemente in Dio, nell’unica sorgente di vita. Umilmente noi gliele chiediamo e il Signore., vedendo la nostra buona volontà, ricolmerà la nostra brocca vuota con ogni dono di grazia e verità, di saggezza e santità, di misericordia e bontà. Trasformerà la nostra vita e con essa trasformata andremo a dissetare il mondo intero.

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