Lunedì della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

VANGELO (Lc 21,1-4) Vide una vedova povera, che gettava due monetine.
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».

Commento

Dal punto di vista letterario questo capitolo di san Luca può essere definito un apoftegma biografico: si tratta di un racconto di carattere ideale per mezzo del quale, a partire da un aneddoto della vita di Gesù, ci viene trasmessa una verità universale. Il racconto della vedova indigente, al di là del suo contesto storico e della cultura religiosa, è un avvenimento ricco di insegnamenti e prezioso per la nostra vita. Gli elementi fondamentali sono: a) Il contrasto tra il modesto obolo della povera vedova, bene accetto e gradito a Dio, e il dono del ricco, che è meno accetto e gradito a Dio. Siamo sul terreno della polemica con gli scribi (cf. Lc 20,47). Il ricco è lo scriba che dona qualcosa, ma con la sua offerta non rischia nulla. La sua elemosina e i suoi atti religiosi non hanno nessuna profonda ripercussione sulla sua esistenza.
b) Nel Vangelo, l’offerta della vedova e quella del ricco non si limitano a un po’ di denaro o di beni materiali: in fondo, ognuno offre ciò di cui la sua vita è ricca. In questo senso, il breve e sincero gesto di preghiera della vedova vale più di tutte le consacrazioni dello scriba, il quale ha fatto professione di servire la legge e la vita religiosa del suo popolo. c) Da questo punto di vista, la preghiera prende tutto il suo valore dal fatto di essere legata, confusa con i bisogni vitali. Non dobbiamo donare, offrire ciò che abbiamo in più, ma è necessario che doniamo ciò che “possediamo”, ciò che amiamo di più, ciò che costituisce la verità e il profondo della nostra vita.
Dio accetta le offerte che rappresentano il sacrificio di un cuore puro, fatte con umiltà, con carità e volentieri.

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