La pazienza di Dio: il tempo dell’amore che attende

“Quante volte abbiamo avuto bisogno che Dio ci aspettasse?”
In un mondo segnato dalla fretta, dove tutto sembra misurarsi in termini di efficienza e immediatezza, la pazienza appare come una virtù dimenticata. Ma Dio non ha fretta. Il Suo tempo è quello dell’amore che attende, della misericordia che non si stanca, della speranza che continua a credere anche quando tutto sembra perduto. La pazienza di Dio è un abbraccio aperto, una porta sempre socchiusa, uno sguardo che non si distoglie mai.

La pazienza di Dio nella Sacra Scrittura

La Bibbia ci consegna un volto di Dio profondamente paziente. Fin dalle prime pagine, Dio si mostra come Colui che, pur offeso dall’infedeltà del suo popolo, continua a camminare con lui, a educarlo, ad amarlo. “Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà” (Es 34,6).

Il Dio della rivelazione non è un giudice impaziente, ma un Padre che ama i suoi figli anche quando si allontanano. È l’immagine viva raccontata da Gesù nella parabola del Padre misericordioso (Lc 15), che ogni giorno attende il ritorno del figlio perduto, senza mai perdere la speranza.

“Il Signore non ritarda nel compiere la sua promessa, come alcuni credono, ma è magnanimo verso di voi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi” (2Pt 3,9).

La pazienza di Dio è legata alla Sua volontà di salvezza universale: Egli non vuole la condanna, ma la conversione. Per questo ci dà tempo. Per questo attende.

La pazienza di Dio nelle Fonti Francescane

San Francesco d’Assisi, uomo del Vangelo, ha profondamente percepito la pazienza di Dio nella propria vita. Nel suo scritto “Lettera a un Ministro”, invita a non turbare i fratelli che cadono nel peccato, ma a mostrarsi misericordiosi con loro, perché Dio stesso è paziente: “E in questo voglio conoscere se tu ami il Signore e me, suo e tuo servo: se farai in modo che nessun fratello al mondo, per quanto abbia peccato, dopo aver visto i tuoi occhi, se ne vada via senza aver ricevuto misericordia” (FF 235).

In Francesco, la pazienza di Dio si fa pazienza fraterna. Come Dio ci aspetta, così anche noi dobbiamo saper attendere, accogliere, perdonare.

Nelle Ammonizioni, Francesco ci mette in guardia dal giudizio affrettato: “Beato il servo che non si affretta a giudicare, come uno che possiede il tempo degli altri. Perché Dio sa attendere, e solo Lui conosce i tempi del cuore” (cfr. Ammonizione 24).

I santi e la pazienza di Dio

I santi sono testimoni vivi della pazienza di Dio. Nessuno di loro si è fatto da sé. Tutti sono stati pazientemente lavorati dalle mani del Vasaio.

Sant’Agostino lo grida nel suo “Tardi ti amai”, riconoscendo che Dio lo ha aspettato a lungo, senza mai abbandonarlo: “Tardi ti amai, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti amai. Ecco, tu eri dentro di me ed io fuori di me ti cercavo…” (Confessioni X,27).

Santa Teresa di Gesù Bambino, con la semplicità disarmante dell’amore, confessa: “Che Dio sia paziente con me è una delle sue più grandi prove d’amore. Egli non si stanca mai di me.”

San Pio da Pietrelcina, uomo temprato dalla croce, scrive: “Dio è paziente anche con le nostre impazienze. Non ci abbandona mai, nemmeno quando noi ci abbandoniamo.”

La pazienza divina non è un’attesa passiva, ma un amore operoso che lavora silenziosamente nel cuore, fino a trasformarlo.

La pazienza di Dio e la nostra vita

Se Dio è paziente, anche noi possiamo imparare a esserlo.
La pazienza di Dio ci libera dall’angoscia del “tutto e subito”, ci insegna che anche i ritardi e le attese sono parte della nostra salvezza. Dio non si scandalizza delle nostre lentezze. Sa che il cuore umano ha bisogno di tempo, di cadute e di risalite, di percorsi tortuosi per arrivare a Lui.

La pazienza di Dio ci invita anche ad avere pazienza con noi stessi. A non scoraggiarci se non siamo perfetti, se ci ritroviamo ancora una volta al punto di partenza. Ogni nuovo giorno è una nuova possibilità.

E ci educa alla pazienza verso gli altri. Non conosciamo le ferite altrui, né il cammino che stanno percorrendo. Se Dio li ama e li attende, chi siamo noi per giudicarli?

Conclusione: il volto dell’amore vero

La pazienza di Dio è forse una delle espressioni più alte del Suo amore. È il tempo che Dio ci concede per diventare noi stessi. È lo spazio della misericordia, il grembo della speranza.

“Beato chi è toccato dalla pazienza di Dio: ha sperimentato il volto dell’amore vero.”

Chi ha fatto esperienza della pazienza di Dio non è più lo stesso. Porta nel cuore una quieta fiducia, una pace profonda. Sa che Dio non smette mai di credere in lui. E, con questa certezza, anche lui impara ad amare.

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