Tardi ti ho amato, Bellezza tanto antica, e pure tanto nuova. Tardi ti ho amato. Sì, perché Tu eri dentro di me; io invece fuori e lì ti cercavo. Tu eri con me e io non ero con Te. Mi tenevano lontano da Te le cose da Te create, che sarebbero inesistenti, se non esistessero in Te. Mi hai chiamato, e la tua voce ha vinto la mia sordità. Mi sei apparso, e il tuo splendore ha dissipato la mia cecità. Hai diffuso la tua fragranza; io l’ho respirata e adesso anelo a Te. Ti ho gustato, e ora ho fame e sete di Te. Mi hai toccato, e si è acceso in me il desiderio della tua pace. (S. Agostino)
Questo testo di sant’Agostino ha sempre affascinato non solo i cristiani, ma ogni uomo dal cuore buono e in ricerca. È una poetica invocazione verso la Bellezza di sempre; è il sussulto del cuore innamorato di Agostino verso il suo Signore Dio. “Tardi ti ho amato”: è grido del cuore lacerato dal rimorso per gli anni di gioventù trascorsi lontano da Dio. La bellezza delle creature ha ammaliato Agostino, ancora incapace di scorgervi un riflesso della divina Bellezza. Poi un grido, una luce, un profumo: è Dio che irrompe nella sua vita e lo conquista con il suo fascino. Ora non ha fame e sete che di Lui. E’ tempo per ciascuno di noi di domandarci: Dove ti ho trovato, mio Dio, per poterti conoscere? Tu rispondi con chiarezza, ma non tutti comprendono. Tutti ti interrogano, senza sapere, nel loro continuo cercare, ma non sempre ascoltano Colui che cercano. Dimostra di cercarti veramente, con cuore limpido e leale, non chi pretende di udire da te ciò che vuole, ma chi vuole amare ciò che ascolterà da te, quando tu vorrai manifestarti e parlare.
Auguriamo a tutti voi di essere instancabili cercatori di Dio. Pace e bene!