Quando lo sposo sarà loro tolto, allora digiuneranno. (Mt 9, 14-15)
Gesù rispettò la forma antica del digiuno. Digiunò quaranta giorni e quaranta notti prima di iniziare la sua vita pubblica. Così visto il digiuno non è un rapporto con il proprio corpo. È invece preparare anima, spirito e corpo ad accogliere la volontà di Dio da compiere. È anche grande spirito di privazione e di sobrietà in assenza di nutrimento. Altra verità del digiuno vuole che chi possiede rinunci a qualcosa per aiutare chi non possiede. In tal senso con la virtù della sobrietà si vive di cose essenziali e il di più viene dato ai poveri. Digiuno, Dio, carità!