«Buttiamo nel fiume quel prete!».Accade a Lione nel 1848, durante la rivoluzione che caccia re Luigi Filippo: rivoluzionari vocianti vogliono affogare un sacerdote nel Rodano, ma, riconoscendolo, si fermano; tutta Lione vuol bene a quel prete, considerato un santo: è padre Eymard, e anche la rivoluzione lo rispetta. PietroGiuliano Eymard era il più piccolo di dieci figli, otto dei quali morti nell’infanzia. Fragile di salute anche lui, ha dovuto abbandonare l’idea di farsi missionario. E il padre non lo voleva sacerdote, cosicché solo dopo la morte di lui ha potuto entrare nel seminario di Grenoble, a vent’anni. Ricevuta l’ordinazione nel 1834, sembrava destinato al ruolo di sacerdote diocesano: collaboratore parrocchiale, poi parroco, e intanto cappellano delle carceri, direttore spirituale di collegi.
A 28 anni, nel 1839, entra nella Società di Maria (Padri Maristi), un istituto composto di sacerdoti e di fratelli con i voti, nato nel 1816 per le missioni popolari in Francia e per la formazione del clero, ma già impegnato anche nell’attività missionaria in Oceania. Sono gli anni in cui tutta Lione impara a conoscerlo, per la sua capacità di dividersi tra l’opera di formazione e di direzione nella sua comunità, e le minute necessità delle persone che gli si rivolgono, e in particolare per i volenterosi disorientati. Alla fine, questo impegno lo “chiama fuori” anche dalla Società di Maria, dove è rimasto per 17 anni, diventandone superiore provinciale.
Ottenuta la dispensa dai voti, si dedica a un’impresa nuova: fondare un istituto religioso che lavori per il rinnovamento della vita cristiana, partendo dall’adorazione del Sacramento eucaristico; e, anzi, facendo di essa il momento centrale della pratica religiosa: prima di ogni cosa viene Cristo, con il suo amore per gli uomini. Nel 1858 padre Eymard fonda a Parigi la Congregazione del Santissimo Sacramento, formata da sacerdoti detti Sacramentini, e in questo lavoro lo aiuta un ex ufficiale di Marina, Raimondo de Cuers. Nel 1864 fa nascere, sempre a Parigi, la comunità femminile delle Ancelle del Santissimo Sacramento; e la sua prima aiutante è un’operaia da lui conosciuta a Lione, Margherita Guillot.
Attraverso i due istituti, egli può ora moltiplicare le opere di orientamento dei cristiani e di richiamo alla fede per chi se ne è allontanato: una delle iniziative in questa direzione è la “prima comunione degli adulti”. Per alcuni anni ha fatto parte delle Sacramentine anche Maria Marta Emilia Tamisier, di Tours: un altro personaggio formato da padre Eymard. Uscita poi dalla congregazione di suore, è stata la prima organizzatrice di pellegrinaggi ai santuari eretti in memoria di miracoli eucaristici; questi viaggi di fede, più tardi, si accompagneranno a iniziative di studio, e daranno infine vita ai Congressi eucaristici.
Padre Eymard, il “prete dell’Eucaristia”, pensa anche alla situazione dei sacerdoti che nella vecchiaia si ritrovano soli, e fa in modo che la sua congregazione maschile li accolga in serenità negli ultimi anni di vita. A lui la fragilità del fisico e le fatiche abbreviano la vita. Muore a 57 anni. Giovanni XXIII lo proclamerà santo nel 1962. La reliquia di parte del capo si trova in una statua che lo raffigura sopra l’altare a destra nella chiesa dei Santi Andrea e Claudio dei Borgognoni a Roma, mentre il corpo si trova nella chiesa di Friedland a Parigi.
Autore: Domenico Agasso