Mercoledì della I settimana di Avvento

VANGELO   (Mt 15,29-37) Gesù guarisce molti malati e moltiplica i pani.
In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul  monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé  zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi  piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel  vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che  camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele. Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per  la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare.  Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il  cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un  deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi  pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i  sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i  discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.

Commento

Gesù, di ritorno in Galilea da una predicazione nelle regioni di Tiro  e Sidone, oltre i confini della Palestina, moltiplica nuovamente i pani  (cf. Mt 14,13-21). Questa volta i destinatari non sono solo gli ebrei,  ma anche i pagani scesi con lui in Galilea. L’evangelista annota,  infatti, che, dopo la moltiplicazione dei pani, i presenti hanno  glorificato il Dio del popolo d’Israele. Lo scopo del miracolo è di far  capire che tutti, indistintamente, possono beneficiare della salvezza. Anche i discepoli sembrano avere intuito la sproporzione del compito  che, in prospettiva futura, sarebbe stato loro affidato. “Dove troveremo  tutto il pane per sfamare tanta gente?”. Come faremo ora che i confini  della Palestina sono stati infranti e culture diverse sono state incluse  da Cristo nell’orizzonte della salvezza? La domanda posta dai discepoli a Gesù è la stessa che l’uomo pone a Dio,  dall’abisso della sua povertà. È la consapevolezza, che affiora spesso  in noi, che senza di lui non possiamo fare nulla. All’arduo lavoro per la conversione di noi stessi, al compito di  testimoniare la nostra fede agli altri e di annunciare il vangelo a  tutto il mondo che ci circonda, si pone come ostacolo la sproporzione  delle nostre forze: dove troveremo, Signore, la capacità e il coraggio  per dare una risposta al bisogno di verità, di giustizia, di amore  dell’umanità intera? Il nostro operare nel mondo può svolgersi secondo il disegno del Padre,  senza provocare violenze e soprusi, solo se nel cuore sappiamo mantenere  un atteggiamento profondamente religioso: quello di sapere che abbiamo  sempre bisogno dell’aiuto del Signore.

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