VANGELO (Lc 9,22-25)
Chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?».
Commento
Gesù conosce il suo presente e il suo futuro nel tempo e dopo il tempo. Lo conosce e vuole realizzarlo così come il Padre lo ha profetizzato per Lui, compiendo sempre e solo la sua volontà. La conoscenza della via da percorrere è essenziale per ogni uomo. La vita infatti non è data dal presente odierno o del solo tempo, è data invece dal futuro eterno verso il quale tutti noi siamo incamminati. Tuttavia mai ci potrà essere futuro eterno sganciato e separato dal futuro odierno e nel tempo. Mai si potrà raggiungere la perfezione nell’eternità se non si raggiunge la perfezione nel tempo. Mai si potrà camminare nel presente verso il futuro se non si conosce la via.
La via di Gesù passa per Gerusalemme. Qui lui dovrà soffrire molto, perché sarà rifiutato dagli anziani, da capi dei sacerdoti e dagli scribi. Qui sarà ucciso. Il terzo giorno però risusciterà. Come si può comprende Gesù si sta recando nella città santa non per impadronirsi del potere, bensì per essere annientato dalla prepotenza e arroganza sia del potere religioso che di quello politico. Dall’uno e dall’altro Lui sarà annientato, sprofondato nella non dignità umana, sarà appeso al legno e inchiodato. Questo il presente terreno che lo sta già attendendo. Il futuro eterno invece è di risurrezione nel corpo glorioso, incorruttibile, spirituale, immortale.
Gesù conosce anche il nostro presente e ce lo rivela. Anche noi siamo chiamati ad accoglierlo e mettere in esso pensieri, volontà, cuore, sentimenti, desideri. Corpo, anime e spirito devono essere posti alla realizzazione del nostro presente, dal quale popi è il futuro eterno. Purtroppo questo oggi mai si potrà compiere a causa di quell’eresia letale che ha separato i due presenti: quello nel tempo e l’altro dell’eternità. Questa eresia afferma che vi sarà per tutti il presente eterno senza alcuna relazione con il presente nel tempo. Anche se non realizziamo il mistero di Cristo nel tempo, questo mistero lo rivestiremo comunque nelle eternità, a motivo della grande misericordia di Dio, che cancella il presente e ci dona la beata eternità.
Qui occorre al cristiano una grande onestà. Egli deve chiedersi: di chi mi devo fidare? Chi devo ascoltare? Chi devo seguire? Cristo Gesù, il solo che ha parole di vita eterna o tutti gli altri che mi dicono il contrario? Cristo Gesù che mi insegna che il Regno eterno di Dio è dato a tutti coloro che lo hanno conosciuto e seguito in vita oppure a quanti vivendo una vita di non sequela di Gesù ci attestano che sempre è assicurata per noi la vita eterna? Mi devo fidare di Gesù che per portare la sua anima nel cielo e il corpo nella gloria della risurrezione è passato attraverso la morte di croce, oppure di coloro che vivono una vita di vizio, di peccato, di ogni trasgressione?
Non c’è un solo santo nella storia della Chiesa che abbia separato presente nel tempo e presente o futuro eterno? Chi ha insegnato questa rottura di certo santo non è e chi la insegna neanche è santo, perché la santità altro non è che vivere la carità in pienezza di verità. La carità vera si vive nel presente. Senza carità vera mai ci potrà essere santità. Il santo è santo proprio per questo: perché prende sul serio il fatto che è il presente che apre le porte del Paradiso.