Sacramento della tenerezza di Dio

Nel dogma dell’Immacolata Concezione, noi celebriamo il primato di Cristo, la sua salvezza. La Madre è sempre l’ostensorio del Figlio, come sotto il nome di Notre-Dame le grandi cattedrali sono i tabernacoli dell’Ostia, tanto è evidente che non può esserci per la pietà altro polo che Dio solo. E in effetti, tutti i più entusiasti servitori della Vergine sono sempre stati i più ardenti apostoli di Gesù. Essi hanno compreso istintivamente che Maria era stata donata loro come sacramento misterioso della divina bontà. Si sono detti a ragione che tutto quello che c’è di tenerezza nel cuore delle madri, deriva dal primo amore, e che Dio, il quale ha comunicato loro una tale potenza d’amore, deve, più di loro, essere madre; sì, infinitamente più madre della santa Vergine stessa. Se dovessimo essere convinti di questa verità, quale segno più adatto alla nostra natura potrebbe esserci donato che la donna benedetta, Madre del Figlio unico? La Chiesa non ha mai dubitato di questo, preconizzando incessantemente il culto della Vergine come il fondamento più solido della nostra fiducia in Dio. Quante anime si torturano anziché abbandonarsi? Quante si inquietano sulla sorte di persone che esse amano, qui o al di là del velo, dimenticando che Dio vuole infinitamente più di esse la felicità di coloro che egli ha loro affidato? Quante, infine, si lamentano dei loro peccati anziché perdersi nell’amore che esso stesso, nel più intimo dell’essere, perdono, vita e gioia? Non significa sminuire Dio se gli si presta un volto di Madre, ma significa semplicemente accettare in tutta la sua pienezza questa rivelazione vivente che è la persona stessa della Vergine: come sacramento della tenerezza materna di Dio.

Maurice  Zundel

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