VANGELO (Mt 11,25-30)
Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.
In quel tempo, Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Commento
Caterina che di fronte ai potenti della terra non recalcitra, ma prosegue nel richiamare il Regno di Dio.
Anche al Papa, che si era rifugiato ad Avignone, il richiamo a rientrare a Roma.
Caterina, con il senso del “Cristo in terra”, rappresentato dal Papa, diventa strumento della chiarezza del dono del Pontificato per la Chiesa.
Certi segni spesso ci sfuggono.
Caterina recupera il segno della presenza del Cristo, ci invita a orientare la nostra anima alla fonte del segno dell’energia di Cristo qui sulla terra: il Pontefice
E al Papa stesso richiama la sua identità che si era annebbiata lungo il percorso storico, e non veniva mostrata per quello che era: Pontefice a Roma, segno della presenza del Cristo, qui sulla terra.
Richiamare la figura del Pontefice come segno della presenza del Cristo è sempre l’urgenza anche nel nostro mondo odierno; spesso invece al Papato viene riferito il messaggio del mondo in se, e quasi a un confronto viene chiamato il Pontefice, non più visto come il segno di Dio, ma come il responsabile della struttura ecclesiale e pastorale cattolica del nostro tempo.
Invece, Caterina coglie in lui il senso e il segno: è il Cristo qui in terra.