Nella chiarezza della fede

Il “si” di Maria è un atto divino e umano insieme; umano per natura, divino per grazia. La fede di Maria è dunque un atto d’amore e di docilità, libero anche se suscitato da Dio, misterioso come misterioso è ogni volta l’incontro tra la grazia e la libertà. E’ questa la vera grandezza personale di Maria, la sua beatitudine confermata da Cristo stesso: “Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte”, dice una donna nel vangelo. La donna proclama Maria beata perché ha portato Gesù; Elisabetta invece la proclama beata perché ha creduto. La donna proclama beato il portare Gesù nel grembo, Gesù proclama beato il portarlo nel cuore: “Beati piuttosto – risponde – coloro che ascoltano la Parola di Dio e la osservano”. Gesù aiuta, in tal modo, quella donna e tutti noi,  a capire dove risiede la vera grandezza di sua Madre. Chi è infatti che “custodiva” le parole di Dio più di Maria, della quale è detto due volte, dalla stessa Scrittura, che “custodiva tutte le parole nel suo cuore”? Non v’è dubbio che alla base del “si” di Maria c’è la fede. Non dovremmo però concludere il nostro sguardo alla fede di Maria con l’impressione che Maria abbia creduto una volta e poi basta nella sua vita; che ci sia stato un solo grande atto di fede nella vita della Madonna. Quello che era chiaro in un istante all’inizio, perché lo Spirito lo rendeva tale, può non esserlo più in seguito; la fede può essere messa alla prova dal dubbio; non dal dubbio su Dio, ma su di sé: “Avrò capito bene? Non avrò frainteso? E se mi fossi ingannata? E se non fosse stato Dio a parlare?”. La misteriosità dell’agire di Dio resta tale e prima di rassegnarci a vivere nel mistero, quanta agonia bisogna passare!

Raniero Cantalamessa

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