Martedì della III settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

VANGELO   (Mc 3,31-35) Chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre.
gesù ama In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i  tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».  Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse:  «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio,  costui per me è fratello, sorella e madre».

Commento

Gesù fa di noi persone addirittura imparentate strettamente con Lui, se il nostro vivere è un continuo tendere a compiere la volontà di Dio. Questa sua parola trova poi una significativa sottolineatura nella prima lettura (Lettera agli Ebrei) dov’è rivelato che Cristo, entrando nel mondo, dice: “Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Allora ho detto: Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà”.
Altrove il Vangelo coglie sulle labbra di Gesù un’intensa affermazione: “Mio cibo è fare la volontà del Padre”. Si tratta di capire che, per il credente, la volontà di Dio è indispensabile come un alimento vitale, luminosa quanto il sole che vivifica tutto.
A volte però, nel tessuto dei giorni, ci si ferma a cogliere solo ciò che della volontà di Dio si mostra come una realtà difficile da affrontare, dolorosa. Allora, tutt’al più, ci si rassegna. Si fa come chi, di fronte ad uno scrigno che contiene tesori, si ferma allo scrigno, al forziere difficile da aprire.
E’ tutta questione di fede! Bisogna “giocarsi” in profondità: credere che la volontà di Dio è un’immensa, continua fonte di amore-salvezza, di trasformazione del male in bene, della morte in vita che più non muore. E’ poco cristiana la grigia rassegnazione!
Oggi, nel mio rientro al cuore, sosterò a contemplare Gesù risorto da morte. Chiederò di crescere nella speranza teologale che è coltivare l’assoluta fiducia in un Dio che solo può volere il mio vero bene, la mia salvezza e, dunque, la pace del mio cuore ora e qui, anche se a volte incontro circostanze difficili e dolorose che Egli trasformerà in tesori di amore e di grazia.

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