Un popolo di sacerdoti

Ogni domenica ci raduniamo con tanti fratelli di fede per formare un’assemblea santa. Realtà visibilissima a tutti. Le assemblee cristiane sono luogo di annuncio della “buona notizia”, riunioni di “comunione”, punto di partenza per una vita nuova. Dunque l’assemblea dei cristiani non è un gruppo qualunque, ma un popolo di convocati strutturati gerarchicamente; e non si tratta di “dignità”, ma di “funzioni” e “servizi” diversi, affinché nella celebrazione si svolga il dialogo della salvezza. Per una vera e corretta celebrazione sono necessari diversi e vari ministeri e funzioni nella consapevolezza che qui si “svela” il volto della comunità concreta che celebra. Con forza l’apostolo Paolo presenta l’assemblea dei cristiani come un corpo vitale nel quale ogni membro ha una sua funzione. Poiché presenza della chiesa, l’assemblea ha delle caratteristiche proprie: è assemblea visibile e comunione spirituale; essa è terrestre e celeste; umana e divina; visibile e invisibile;fervente nell’azione e dedita alla contemplazione; presente nel mondo e tuttavia, pellegrina. Colui che presiede, vescovo, parroco o presbitero è come la “testa” del corpo, le cui membra sono i fedeli radunati. Il segno è dunque duplice: il presidente, segno del Signore servo di Dio e unico sacerdote; il popolo presente segno del corpo-chiesa che adempie al suo sacerdozio battesimale. Ora il presidente non è “al di sopra” dell’assemblea, egli ne è parte, poiché chi presiede è sempre e solo il Cristo Signore, sacerdote e pastore. Compito del presidente è “rivelare” la presenza di Cristo nell’annuncio evangelico e nell’invocazione allo Spirito sui doni e sui fratelli, e non dunque di monopolizzare i compiti. Egli celebra per e con l’assemblea.

Lodovico Maule

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