“L’uomo non può essere illuminato se non è prima purificato, e non può essere pienamente purificato se non è prima acceso dalla carità del Crocifisso.”
(Itinerarium mentis in Deum, Prologo, 4)

Il 15 luglio la Chiesa celebra la memoria di San Bonaventura da Bagnoregio, il “Dottore Serafico”, figura luminosa del XIII secolo, che ha saputo armonizzare in sé la profondità teologica, la sapienza mistica e la fedeltà al carisma francescano. Discepolo di Francesco nel cuore, innamorato della Verità nella mente, Bonaventura ci invita ancora oggi a riscoprire il cammino dell’anima verso Dio come un itinerario spirituale, contemplativo e trasfigurante.
1. Un cammino che parte dalla Croce
Nel suo scritto più celebre, L’Itinerario della mente a Dio, Bonaventura parte da un’esperienza concreta: la preghiera sul monte La Verna, dove Francesco aveva ricevuto le stimmate. Non è un caso. Per lui, ogni autentico cammino verso Dio inizia contemplando il Crocifisso, lasciandosi ferire da quell’Amore che ha dato tutto.
“Chi non è toccato dal dolore del Crocifisso, vive ancora nel gelo del cuore.”
(Itinerarium, Prologo, 3)
La Croce è il punto di partenza, la soglia della vera sapienza. Solo chi è disposto a lasciarsi convertire dal mistero del Cristo sofferente potrà intraprendere il viaggio verso l’Invisibile.
2. Salire, ma nel nascondimento
L’itinerario non è un’ascesa presuntuosa del sapere umano, ma un abbassamento umile del cuore. È un cammino che, come per Francesco, si compie “seguendo l’umiltà del Signore nostro Gesù Cristo” (FF 104), e lasciando che sia la grazia a sollevare l’anima. Come Mosè salì il Sinai, come Elia ascoltò la brezza leggera, così anche il discepolo oggi è chiamato a entrare nel silenzio, nel “desiderio puro”, nell’orazione che non chiede ma adora.
“Non credere che basti la lettura senza la compunzione, la speculazione senza la devozione, la ricerca senza l’ammirazione.”
(Itinerarium, Prologo, 4)
3. Dalle creature al Creatore
San Bonaventura ci insegna che tutto ciò che esiste è segno, impronta, riflesso. Le creature sono come orme lasciate da Dio sul sentiero del mondo, e chi sa leggerle con occhi purificati, scorge in esse l’eco della Bellezza eterna.
Questo sguardo non è un semplice esercizio intellettuale: è una forma di contemplazione amorosa, una fraternità cosmica che ci richiama alla visione francescana della creazione.
“Chi è illuminato dalla luce soprannaturale considera l’universo intero come uno specchio pieno di immagini, di somiglianze, di rappresentazioni divine.”
(Itinerarium, I, 14)
“Beato colui che ama il Signore e rispetta il fratello suo quanto se stesso; beato colui che si comporta così con tutti gli uomini che sono nel mondo.”
(San Francesco, FF 165)
4. Verso l’unità del cuore
L’anima che sale non si disperde, ma si unifica. L’intelletto e l’affetto, il pensiero e l’amore, tutto converge in un punto solo: Dio-Amore, contemplato nella Trinità, vissuto nella fraternità, adorato nel silenzio. Bonaventura parla della mente che “si raccoglie nel cuore”, che si fa ardente come un Serafino, che finalmente comprende che Dio è tutto, e tutto in tutti (cfr. 1Cor 15,28).
La meta non è una dottrina, ma una presenza viva, un’Unione che non si può spiegare, solo gustare nel cuore.
“In questa visione, Cristo è via e porta, scala e veicolo, propiziazione e sacrificio, sacerdote e mediatore.”
(Itinerarium, VII, 2)
5. Un invito per noi oggi
In un tempo in cui la mente rischia di perdersi nel rumore, e il cuore di svuotarsi nella superficialità, l’insegnamento di San Bonaventura è una chiamata a un cammino interiore: salire, ma in ginocchio; cercare, ma amando; conoscere, ma adorando.
Come scriveva anche Tommaso da Celano a proposito di San Francesco:
“Non tanto uomo che prega, ma tutto fatto preghiera.” (FF 765)
È questo il traguardo dell’Itinerarium: diventare tutto preghiera, tutto amore, tutto dono.
Preghiera finale
O San Bonaventura,
maestro della sapienza e discepolo della Croce,
insegnaci a desiderare Dio con tutta la mente,
a cercarlo con tutto il cuore,
a servirlo con tutta la vita.
Fa’ che, come te,
saliamo verso la Luce non per vanto,
ma per sete d’Amore.
Aiutaci a riconoscere le orme del Creatore
nelle cose create,
e a lasciarci condurre
dal segno più alto: il Cristo crocifisso.
Amen.