La Settimana Santa ci conduce nel cuore del mistero della Passione di Cristo, un cammino che ci invita a contemplare il Suo amore infinito e il sacrificio supremo sulla Croce. La parola “passione” racchiude in sé il duplice significato di sofferenza e amore ardente: Gesù patisce perché ama, ama fino alla fine, fino al dono totale di Sé.
San Tommaso d’Aquino ci ricorda che “La Passione di Cristo è sufficiente a essere un esempio perfetto di tutta la vita cristiana” (Summa Theologiae, III). Ogni gesto di Gesù nella Sua Passione ci mostra l’amore che si dona senza riserve, un amore che si fa servizio, sacrificio e redenzione.
Il Getsemani: l’obbedienza dell’Amore
Nel Getsemani, la Passione ha inizio con una lotta interiore: “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà” (Lc 22,42). Gesù accoglie fino in fondo la volontà del Padre, entrando nella sofferenza con fiducia. Qui vediamo l’amore che si fa obbedienza, l’obbedienza che si fa offerta.
Sant’Agostino scrive: “Gesù ha sofferto per noi ciò che dovevamo soffrire noi stessi, e ci ha dato un esempio affinché noi lo seguiamo” (Sermone 329). La sua angoscia non è solo fisica, ma anche spirituale: Egli porta il peso del peccato del mondo intero. Eppure, non fugge, ma si affida.
La Croce: il trono dell’Amore
Sul Calvario, la Croce diventa trono di gloria. Il Re dell’universo è innalzato non su un trono dorato, ma sul legno della sofferenza, e la Sua corona è fatta di spine. “Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12,32): la Croce non è la fine, ma l’inizio di un amore che raggiunge ogni cuore. È il luogo della massima umiliazione e della suprema esaltazione. La Croce è il sigillo dell’amore di Dio per l’umanità.
San Francesco d’Assisi, parlando della Passione, esclamava: “Ecco l’Amore! Amore non è amato!” (Lettera a tutti i fedeli). Guardando il Crocifisso, comprendiamo che l’amore vero è donarsi fino all’ultima goccia di sangue, senza chiedere nulla in cambio.
Accogliere la Passione nella nostra vita
La Passione di Cristo ci interroga: accogliamo questo amore nella nostra vita? Lasciamo che la Sua Croce illumini le nostre sofferenze e le trasformi in offerta? Ogni giorno siamo chiamati a portare la nostra croce, non con rassegnazione, ma con la certezza che in essa troviamo il cammino della redenzione. Gesù ci insegna che la passione non è solo dolore, ma passaggio alla Vita nuova, è l’amore che salva.
Santa Teresa di Lisieux scriveva: “Non possiamo soffrire con gioia se non guardiamo Gesù Crocifisso” (Manoscritto A, 71r). Solo fissando lo sguardo su di Lui possiamo trovare la forza di amare anche nella prova.
Concludere la Settimana Santa con il cuore aperto
Entriamo in questa Settimana Santa con il cuore aperto, lasciandoci avvolgere dal mistero della Passione. Contempliamo il Crocifisso non solo con gli occhi, ma con il cuore, con la vita. In Lui troviamo la risposta ai nostri dolori, il senso del nostro cammino e la certezza di un amore che non muore mai.
San Giovanni Paolo II diceva: “La Croce è il sì di Dio all’uomo, l’espressione suprema del Suo amore e la fonte da cui sgorga la vita eterna” (Omelia del Venerdì Santo, 2000). Contempliamo questo sì con gratitudine, lasciando che trasformi la nostra esistenza.