Molti lo rimproveravano perché tacesse (Mc 10, 46.52)
Un cieco grida verso Gesù, chiedendo che abbia pietà di lui. La folla non appoggia il suo grido, non interviene presso il Signore perché si fermi e ascolti quest’uomo privo della vista. Lo rimprovera perché taccia. Non gridi. La smetta di disturbare. È questa l’insensibilità: la non capacità di immedesimarci nella sofferenza altrui. La chiusura della mente e del cuore ai bisogni degli altri. Se questo accade, ed è regola generale di vita, è segno che il peccato fa da padrone nella nostra anima. È lui che ci rende ciechi spirituali. Annebbia la mente. Confonde il cuore. Oscura i pensieri. Ci impedisce di vedere l’altro come vera presenza di Cristo sofferente in mezzo a noi. L’educazione al bene si può fare in un solo modo: formando persone che vogliano lottare realmente contro il peccato, perché sia tolto dalla loro vita per sempre. Altrimenti dall’insensibilità si passa agli omicidi, al cannibalismo, alle stragi, ad ogni guerra.