Martedì della VI settimana di Pasqua

VANGELO (Gv 16,5-11)
Se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito.

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore.
Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi.
E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».

Commento

Mai nell’Antica Scrittura è stata pronunziata una simile Parola. Nei tempi passati era sempre il Signore che donava lo Spirito, facendolo posare sulla persona prescelta. Per manifestare la comunione nel governo del popolo del Signore e l’unità nella sua conduzione, nel deserto, Dio ha preso parte dello spirito di Mosè e lo ha posato sui settanta anziani. Mosè non era morto. Era ancora in vita.
Perché è necessario che Gesù se ne vada, perché il Paràclito venga a noi? Qual è la ragione di fede o di teologia che è a fondamento di questa verità di Gesù? Non è il Signore Dio che prende parte dello Spirito che è su Gesù per riversarlo sui discepoli? La ragione di fede c’è e viene rivelata dall’Apostolo Giovanni. Lo Spirito Santo che il Padre versa su di noi è quello prodotto da Gesù sulla croce. Non viene preso lo Spirito che è su di Lui, come per Mosè, ma lo Spirito che viene prodotto da Lui. È un suo frutto. È il frutto della sua obbedienza fino alla morte di Croce.
Questa verità ci rivela la modalità attuale dell’effusione dello Spirito del Signore. Lo Spirito della verità, della conversione, della fede deve essere un prodotto del discepolo di Gesù. È un prodotto della sua obbedienza al Vangelo, alla Parola della salvezza. Se il discepolo di Gesù non produce lo Spirito Santo, alla maniera di Gesù sulla croce, nessuna conversione si compie e nessuna fede nasce nei cuori.
È lo Spirito Santo prodotto da Gesù che viene donato ai discepoli. Per questo Lui deve morire sulla croce. È la croce il solo albero che produce lo Spirito Santo. Venuto sui discepoli, dai discepoli lo Spirito Santo rende testimonianza alla verità di Gesù Signore. Il mondo non ha più alcuna scusa per la sua incredulità, sempre però che il discepolo di Gesù sia come Cristo, vero produttore, vero albero di Spirito Santo. Questa verità oggi è totalmente ignorata, disattesa e il mondo rimane nella sua incredulità.

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