Sabato della III settimana di Pasqua

VANGELO (Gv 6,60-69)
Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna.

In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».
Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

Commento

L’errore dei Giudei non è nella mancanza di fede in Cristo Gesù. È non fede nel Padre, in Dio. Essi non sanno chi è Dio. Non sanno che il Dio nel quale credono è amore eterno ed infinito, carità senza misura, divina onnipotenza illimitata. Ignorano che il loro Dio mai finora si è fermato al già acquisito. Sempre il Signore ha manifestato ai figli di Israele questo loro vizio di fede: fermarsi alle opere date da Lui nel passato storico.
Non avendo in Dio che è capace di trasformare la carne e il sangue di Cristo in cibo e in bevanda di vita eterna, dicono a Gesù: “Questa parola è dura. Chi può ascoltarla?”. Tutte le parole della fede sono dure per la mente e il cuore dell’uomo. Nessuna è comprensibile. Esse sono tutte portatrici di un mistero insondabile. Ma risiede proprio in questo la fede: fondare la propria vita non sulla Parola di Dio, ma sul Dio che dona la Parola. È Dio che deve essere ritenuto degno di fede. Una volta che questo processo si compie nel cuore, allora ogni Parola di Dio è credibile, perché detta da Lui, non perché comprensibile e accettabile per se stessa. Per se stessa sarà sempre dura.
È quanto opera Pietro nella sua professione di fede. Lui salta il mistero del pane della vita. Esso è troppo alto per la sua mente. È infinitamente oltre il suo orizzonte culturale, sociale, religioso, di fede. Lui non crede nelle parole di Gesù, crede in Gesù che dice parole di verità, santità, giustizia, pace, carità, vita eterna. Se Gesù è l’uomo dalla parola sempre vera, quanto oggi ha detto del pane di vita, è verità. Credendo fermamente in Gesù, Pietro crede in tutto ciò che Lui dice, anche se è incomprensibile e inafferrabile per qualsiasi mente umana.
Quella di Pietro deve essere per tutti la dinamica perenne della fede. Questo vuol dire che l’annunciatore della Parola di Gesù deve essere credibile allo stesso modo di Gesù che era annunciatore della Parola del Padre. “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”. Come io sono credibile per il Padre, voi dovete esserlo per me. Non vi dovrà esistere alcuna differenza. La similitudine con Gesù dovrà essere perfetta. È questa similitudine la vera via della fede oggi, domani, sempre.

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