Semplici, umili e puri

Dalla “Lettera ai fedeli” di San Francesco di Assisi

Non dobbiamo essere sapienti e prudenti secondo la carne (Cfr. 1Cor 1,26), ma piuttosto dobbiamo essere semplici, umili e puri. Teniamo i nostri corpi in umiliazione e dispregio, perché noi, per colpa nostra, siamo miseri, fetidi e vermi, come dice il Signore per bocca del profeta: “lo sono un verme e non un uomo, I’obbrobrio degli uomini e scherno del popolo” (Sal 21,7).Mai dobbiamo desiderare di essere sopra gli altri, ma anzi dobbiamo essere servi e soggetti ad ogni umana creatura per amore di Dio (1Pt 2,13). E tutti quelli e quelle che si diporteranno in questo modo, fino a quando faranno tali cose e persevereranno in esse sino alla fine, riposerà su di essi lo Spirito del Signore (Is 11,2), ed egli ne farà sua abitazione e dimora (Cfr. Gv 14,23). E saranno figli del Padre celeste (Cfr. Mt 5,45), di cui fanno le opere, 50 e sono sposi, fratelli e madri del Signore nostro Gesù Cristo (Cfr. Mt 12,50).
Siamo sposi, quando l’anima fedele si congiunge a Gesù Cristo per l’azione dello Spirito Santo. E siamo fratelli, quando facciamo la volontà del Padre suo (Cfr. Mt 12,50), che è in cielo.  Siamo madri (Cfr. 1Cor 6,20), quando lo portiamo nel nostro cuore e nel nostro corpo attraverso l’amore e la pura e sincera coscienza, e lo generiamo attraverso il santo operare, che deve risplendere in esempio per gli altri (Cfr. Mt 5,16). Oh, come è glorioso e santo e grande avere in cielo un Padre!
Oh, come è santo, consolante, bello e ammirabile avere un tale Sposo!
Oh, come è santo come è delizioso, piacevole, umile, pacifico, dolce e amabile e sopra ogni cosa desiderabile avere un tale fratello e figlio, il quale offrì la sua vita per le sue pecore (Cfr. Gv 10,15) e pregò il Padre per noi, dicendo: “Padre santo, custodisci nel tuo nome quelli che mi hai dato (Gv 17,11). Padre, tutti coloro che mi hai dato nel mondo erano tuoi e tu li hai dati a me (Gv 17,6). E le parole che desti a me, le ho date a loro; ed essi le hanno accolte e veramente hanno riconosciuto che io sono uscito da te ed hanno creduto che tu mi hai mandato (Gv 17,8). Io prego per loro e non per il mondo (Gv 17,9). Benedicili e santificali (Gv 17,17). E per loro io santifico me stesso, affinché siano santificati nell’unità, come lo siamo noi (Gv 17,19.11). E voglio, o Padre, che dove io sono ci siano anch’essi con me, affinché vedano la mia gloria nel tuo regno” (Gv 17,24; Mt 20,21). A colui che tanto patì per noi, che tanti beni ha elargito e ci elargirà in futuro, a Dio, ogni creatura che vive nei cieli, sulla terra, nel mare e negli abissi renda lode, gloria, onore e benedizione (Cfr. Ap 5,13), poiché egli è la nostra virtù e la nostra fortezza. Egli che solo è buono (Cfr. Lc 18,19), solo altissimo, solo onnipotente, ammirabile glorioso e solo è santo, degno di lode e benedetto per gli infiniti secoli dei secoli. Amen.

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