Dalla «Lettera ai cristiani di Magnesia» di sant’Ignazio di Antiochia, vescovo e martire
Non ci avvenga di essere insensibili alla bontà di Cristo. Se egli ci trattasse secondo le nostre opere, saremmo perduti.
Facciamoci davvero suoi discepoli e impariamo a vivere secondo le esigenze del cristianesimo. Chi si chiama con un altro nome fuori di questo non appartiene a Dio. Gettate via il cattivo fermento, vecchio e inacidito, e trasformatevi nel nuovo che è Gesù Cristo. Sia lui il sale della vostra vita e nessuno di voi si corrompa, perché sarete riconosciuti per quello che siete realmente.
È assurdo confessare Gesù Cristo e vivere da giudei. Non è il cristianesimo che credette nel giudaismo, ma è il giudaismo che deve credere nel cristianesimo, destinato ad abbracciare tutti quelli che credono in Dio.
Vi scrivo queste cose, miei cari, non perché abbia saputo che alcuni di voi seguano teorie false su questo punto, no. Voglio piuttosto mettervi in guardia, per quanto inferiore a voi, perché non siate presi nei lacci di dottrine sospette.
Siate pienamente convinti della nascita, della passione e della risurrezione di Gesù che avvenne al tempo in cui era procuratore Ponzio Pilato. Tutte queste cose le ha realmente compiute, e non c’è dubbio, Gesù Cristo, nostra speranza, e a nessuno di voi capiti la sventura di allontanarsi da lui.
Mi auguro di poter godere di voi sotto ogni aspetto, se pur ne son degno. Dico così perché, sebbene io sia in catene per la fede, non potrei paragonarmi con alcuno di voi che siete liberi. So che non vi insuperbite, perché avete in voi Gesù Cristo. Anzi, quando vi lodo, ne provate rossore come sta scritto: Il giusto accusa se stesso (cfr. Pro 18, 17).
Cercate di essere ben saldi nella dottrina del Signore e degli apostoli, perché riesca tutto quello che fate (cfr. Sal 1, 3) per la vita del corpo e dello spirito, nella fede e nella carità, nel Figlio, nel Padre e nello Spirito Santo, all’inizio e alla fine, insieme con il vostro degnissimo vescovo, con la splendida corona spirituale del vostro presbiterio e con i diaconi che sono secondo il cuore di Dio. Siate sottomessi al vescovo e anche gli uni agli altri, come Gesù Cristo, in quanto uomo, fu sottomesso al Padre e gli apostoli a Cristo, al Padre e allo Spirito Santo, perché ci sia unione perfetta in carne e spirito.
Sapendo che siete pieni di Dio, non vi faccio lunghe esortazioni. Ricordatevi di me nelle vostre preghiere perché possa giungere a Dio. Pregate anche per la chiesa di Siria, della quale non son degno di essere chiamato membro. Ho bisogno della preghiera e della carità di tutti voi: unitele e offritele insieme a Dio, perché la chiesa di Siria meriti di essere irrorata di rugiada celeste grazie alla vostra chiesa.
Da Smirne, da dove vi scrivo queste righe, vi salutano i fedeli di Efeso. Essi sono qui presenti, a gloria di Dio, e lo siete anche voi per mezzo dei vostri delegati. Tutti mi hanno confortato in ogni modo insieme a Policarpo, vescovo di Smirne.
Anche le altre chiese vi salutano ad onore di Gesù Cristo. Siate forti e uniti in Dio per il possesso dello spirito indissolubile che è Gesù Cristo.