San Francesco Solano

San_Francisco_Solano_(1549_-1610)

Nacque in Andalusia (Spagna) nel marzo 1549. Educato piamente dai genitori, crebbe puro e buono ed entrò presto nel collegio dei Gesuiti per intraprendere gli studi.

All’età di 20 anni si fece francescano. Alle austerità della regola aggiunse altre penitenze: digiuno quasi continuo e flagellazioni: portava il cilicio e dormiva sopra lo strame con un pezzo di legno per guanciale. Fatta la professione, attese agli studi filosofici e teologici e da essi traeva argomento di lunghe meditazioni. Per questa sua santità e per la sua sapienza non comune, fu eletto maestro dei novizi e superiore del convento: cariche però a cui l’umile Francesco rinunziò ben presto, per darsi alla salute del povero e basso popolo.
Andando alla questua, raccoglieva attorno a sé i bambini per istruirli. Scoppiata una pestilenza mostrò la sua eroica carità nell’assistere gli infermi, tanto che fu affetto dal morbo dal quale guarì però presto. Innumerevoli sono le guarigioni operate dalla sua fede. Ma la stima che le folle andavano sempre più nutrendo verso di lui lo spinse a chiedere ai superiori la missione per l’Africa: fu mandato invece nell’America meridionale.
Partì dalla Spagna nel 1589 all’età di 40 anni e sbarcò miracolosamente sulle coste del Perù. Di qui si portò nelle vicinanze di Rio della Plata dove nel suo lungo e paziente apostolato riuscì a convertire alla fede di Cristo quelle popolazioni infedeli.
In lui si rinnovò il miracolo delle lingue. Infatti apprese subito il non facile linguaggio di quel paese e nel giorno stesso di Pentecoste, popolazioni convenute da diverse parti, e di lingue diverse, intesero nel loro idioma l’accesa parola dell’ardente predicatore francescano.
Chi potrebbe descrivere i pericoli e le fatiche che sostenne il Santo nei lunghi viaggi attraverso le foreste, nel tragitto dei fiumi per annunziare a tutti la buona novella? E a queste fatiche, imposte dal ministero sacro, aggiunse le penitenze volontarie.
Le folle accorrevano a lui, e la parola di questo scarno e inerme religioso aveva più efficacia su di esse di quella dei magistrati, sostenuta dall’autorità e dalla forza.
La sua vita è un intreccio di prodigi.
Il giovedi santo, mentre Francesco celebrava i santi uffici, attorniato da innumerevole folla, sopraggiunse una schiera di selvaggi minacciosi. L’intrepido missionario li affrontò solo, benchè parlassero lingue diverse, predicò loro la parola della pace e della concordia e fu inteso da tutti: in 9 mila si convertirono, si battezzarono e si confusero coi fedeli.
Più tardi i suoi figli lamentano la siccità: il Santo fa scavare un pozzo e fa zampillare una sorgente di acqua fresca che anche oggi è chiamata “la fontana di S. Francesco Solano”.
Fece pure numerose profezie, e una scosse talmente gli abitanti di Truxillo che fecero penitenza, come i Niniviti alla predicazione di Giona.
Morì il 14 luglio 1610.


Autore:
Antonio Galuzzi

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