Lunedì della V settimana di Pasqua

VANGELO   (Gv 14,21-26) Lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome vi insegnerà ogni cosa.
parola_2 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Gli disse Giuda, non l’Iscariòta: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

Commento

La conoscenza che il credente ha di Dio, il Padre di Gesù, è tale che egli ne osserverà i comandamenti. “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama. Chi mi ama, sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui”. Ecco un’altra grande promessa che sicuramente ha sostenuto in modo molto forte il cuore dei discepoli. Tanto è vero che Giuda gli domanda: “Signore, com’è che devi manifestarti a noi e non al mondo?”. Nella sua domanda è implicita la speranza di un messia glorioso, che era nel cuore di ogni pio israelita. Gesù invece non entra in merito alla richiesta, accentua invece il tema dell’unione mistica dei credenti con sé e con il Padre. La verità più profonda della vita è l’amore, che conduce alla manifestazione reciproca e alla comunione, come l’odio chiude due persone, come il rancore le rende indisponenti tra loro. La risposta è che Dio è sempre presente e operante nella sua Chiesa. L’antico concetto del Messia, re glorioso, che impone la legge di Dio con la forza, non trova più posto in questo tempo nuovo. C’è una nuova relazione con Dio, accessibile nella fede. “Noi verremo e prenderemo dimora presso di lui”. Il Signore non poteva esprimersi in modo più chiaro. E’ l’amore dunque il rapporto che crea la manifestazione. E’ la manifestazione che crea questa misteriosa inabitazione di Dio nell’animo del giusto. Poi aggiunge: “lo Spirito Santo che il Padre vi manderà, vi insegnerà ogni cosa”. Gesù dichiara che la comprensione di tutte le sue parole sarà opera dello Spirito Santo, il cui insegnamento consisterà nel ‘ricordare’ ai discepoli le sue Parole. L’evangelista nota più di una volta che dopo la risurrezione, i discepoli “si ricorderanno” di quella parola o di quel gesto di Gesù, comprendendone soltanto allora tutto il profondo significato. Lo Spirito Santo non scriverà un nuovo Vangelo, diverso da quello che è stato scritto, e non sarà neppure una semplice rilettura del già detto, ma infonderà potenza da percepirlo in modo vivo e nuovo in tutta la sua portata per la vita della Chiesa.    

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