VANGELO (Mc 2,18-22) Lo sposo è con loro.
In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno. Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!».
Commento
Un banchetto nuziale e uno sposo: un linguaggio eloquente per l’Israelita che conosce Dio quale Sposo del popolo eletto e l’incontro con lui quale festa nuziale.
Sulle labbra di Gesù è una chiara indicazione della sua identità messianica. Sì, egli è lo Sposo promesso ed atteso da secoli, la sua presenza inaugura quel banchetto nuziale a cui sono invitate tutte le genti, dopo che sarà rimosso dal loro volto il velo che, secondo le usanze di allora, era segno di condanna a morte (cf Is 25,6-7). In filigrana si intravede già la sua vittoria sul peccato e sulla morte.
Tutto parla di gioia, di trionfo della vita: come indossare l’abito della penitenza e affliggere il corpo col digiuno? Tuttavia, ammonisce Gesù, la presenza dello Sposo non è ancora definitiva: siamo nel tempo del “già e non ancora”, in cui è possibile sperimentarne l’assenza. Ai momenti in cui ci sembra quasi di palparlo, tanto lo sentiamo vicino, si alternano le inevitabili, anzi necessarie, notti della fede, in cui tutto sembra così lontano, in cui credere è veramente un brancolare nel buio, senza più nessuna evidenza, sorretti solo dalla nudità della fede. E allora si imporrà la necessità del digiuno e della penitenza per far fronte alla prova e trovare la forza di restare saldi in attesa della luce che tornerà a renderne visibile la presenza.