La fiducia in Dio

Dal libro del Siracide 11, 12-28

C’è chi è debole e ha bisogno di soccorso,
chi è privo di beni e ricco di miseria:
111eppure il Signore lo guarda con benevolenza,
lo solleva dalla sua bassezza
e lo fa stare a testa alta,
sì che molti ne sono stupiti.
Bene e male, vita e morte,
povertà e ricchezza, tutto proviene dal Signore.
Sapienza, senno e conoscenza della legge
vengono dal Signore;
carità e rettitudine sono dono del Signore.
Errore e tenebre sono per gli empi
e il male resta per i malvagi.
Il dono del Signore è assicurato ai pii
e il suo favore li rende felici per sempre.
C’è chi è ricco a forza di attenzione e di risparmio;
ed ecco la parte della sua ricompensa:
mentre dice: «Ho trovato riposo;
ora mi godrò i miei beni»,
non sa quanto tempo ancora trascorrerà;
lascerà tutto ad altri e morirà.
Sta’ fermo al tuo impegno e fanne la tua vita,
invecchia compiendo il tuo lavoro.
Non ammirare le opere del peccatore,
confida nel Signore e persevera nella fatica,
perché è facile per il Signore
arricchire un povero all’improvviso.
La benedizione del Signore è la ricompensa del pio;
in un istante Dio farà sbocciare la sua benedizione.
Non dire: «Di che cosa ho bisogno
e di quali beni disporrò d’ora innanzi?».
Non dire: «Ho quanto mi occorre;
che cosa potrà ormai capitarmi di male?».
Nel tempo della prosperità si dimentica la sventura;
nel tempo della sventura non si ricorda la prosperità.
È facile per il Signore nel giorno della morte
rendere all’uomo secondo la sua condotta.
L’infelicità di un’ora fa dimenticare il benessere;
alla morte di un uomo si rivelano le sue opere.
Prima della fine non chiamare nessuno beato;
un uomo si conosce veramente alla fine.

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