Mercoledì della III settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

VANGELO   (Mc 4,1-20) Il seminatore uscì a seminare.
427058_396672990346854_375939479086872_1707225_1774112562_nIn quel tempo, Gesù cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si  riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una  barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a  terra lungo la riva. Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre  seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la  mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era  molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma  quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra  parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede  frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto:  spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno».  E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai  Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli diceva loro: «A voi è  stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece  tutto avviene in parabole, affinché guardino, sì, ma non vedano,  ascoltino, sì, ma non comprendano, perché non si convertano e venga loro  perdonato». E disse loro: «Non capite questa parabola, e come potrete comprendere  tutte le parabole? Il seminatore semina la Parola. Quelli lungo la  strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando  l’ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro.  Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano  la Parola, subito l’accolgono con gioia, ma non hanno radice in se  stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche  tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno.  Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno  ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la  seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola  e questa rimane senza frutto. Altri ancora sono quelli seminati sul  terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l’accolgono e  portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno».

Commento

La parabola che abbiamo ascoltato è tra le più note del Vangelo. E a ragione. L’ascolto del Vangelo infatti è a tal punto decisivo che Gesù stesso narra un’apposita parabola: quella che abbiamo ascoltato. Gesù la considera così importante da dire ai suoi discepoli che se non la comprendono non capiranno neppure le altre. In effetti, a differenza di altre volte, la spiega lui direttamente. Gesù parla della seminagione della Parola di Dio nel cuore degli uomini. Quel che colpisce, anzitutto, è la generosità del seminatore che getta il seme ovunque ed in gran quantità, anche se si trova davanti terreni duri e poco accoglienti. È evidente il contrasto tra la generosità del seminatore e la non-accoglienza della terra. L’insuccesso, comunque, non scoraggia il seminatore: egli continua ad uscire e a seminare. I diversi campi non sono però diverse categorie di persone, ma siamo noi stessi nei diversi modi con cui ascoltiamo. A volte il nostro cuore è come la strada, duro e impenetrabile. E la Parola di Dio neppure ci scalfisce. Altre volte il nostro core è come sovrastato dalle preoccupazioni per noi stessi e seppure ascoltiamo il Vangelo questa massa di preoccupazioni ci sommerge come le spine il terreno. Altre volte siamo più attenti, pronti ad accogliere la Parola di Dio. Ed ecco allora venire i frutti di amore, di bene, di misericordia, di solidarietà. Il Vangelo va ascoltato con il cuore aperto, disponibile, con attenzione. Il seme è sempre una piccola cosa, appunto come il Vangelo, e ha bisogno di disponibilità. Gesù continua a spargerlo ancora oggi. Beati noi se lo accogliamo e lo facciamo crescere. I frutti sono preziosi per noi e per il mondo.  

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