VANGELO (Mc 2,23-28) Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato!
In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!». E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».
Commento
La prima lettura è piuttosto complicata, ma il pensiero fondamentale è semplice ed importantissimo: conservare la speranza: “Ciascuno di voi dimostri il medesimo zelo perché la sua speranza abbia compimento”.
La speranza dà giovinezza, dà dinamismo, mentre senza di essa si è vecchi anche a vent’anni e, quel che è ben peggio, può accadere ciò che san Paolo dice nella lettera ai Romani a proposito dei pagani, i quali, disperando, privi di qualsiasi scopo nella vita, si lasciavano andare a tutti i peccati.
Dio, dice la lettera agli Ebrei, per confermare la nostra speranza si è adattato ai modelli umani e ha giurato: ha giurato ad Abramo, ha giurato per noi… E ci ha dato un sommo sacerdote perfetto, Cristo. La sua glorificazione è anche nostra, perché egli ci rappresenta e perciò la nostra speranza è come “un’ancora, la quale penetra fin nell’interno del velo
del santuario”, cioè in cielo e ci dà la certezza di entrarvi dietro Gesù.
Ma oltre questi grandi motivi di speranza, Gesù nella sua vita storica ce ne ha dati molti altri, diciamo piccoli, ma significativi. Nel vangelo di Oggi, ad esempio, vediamo la sua delicatezza nel difendere i discepoli accusati di violare il sabato.
In altre occasioni egli si preoccupa della loro stanchezza: “Venite in disparte, riposatevi un po’ ! “; li chiama amici; ha pietà delle folle che lo seguono; esalta il gesto della povera donna che mette di nascosto la sua offerta nel tesoro del tempio; piange sulla morte di Lazzaro… In mille modi ci ha dimostrato il suo amore, la sua delicata amicizia, la sua comprensione, prima della massima prova finale.
Faccio un’altra breve riflessione. Nella difesa dei suoi discepoli contro le accuse dei farisei Gesù porta argomenti comuni e principi nuovi: “il sabato è stato fatto per l’uomo, e non l’uomo per il sabato!”. L’affermazione deve certamente essere suonata inaspettata e sorprendente: il Maestro relativizza il valore del sabato! Nell’Antico Testamento si trattava di un valore assoluto, e Mosè per ordine di Dio comandò di mettere a morte i violatori; Gesù ora mette il valore della persona umana, i suoi diritti, al di sopra di questa norma che gli Israeliti considerano intangibile.
Il Vangelo è contro ogni rigidezza cieca, contro ogni fanatismo; richiede il sacrificio di se stessi, ma sempre nella luce della misericordia di Dio. Paolo scriverà nella prima lettera ai Corinzi: “Se anche dessi il mio corpo per essere bruciato, ma non avessi la carità, nulla mi giova”.
In questo senso si muove il lavoro per l’unità dei cristiani. Anche la Chiesa cattolica, come ogni gruppo religioso, avrebbe la tendenza ad assolutizzare, ma ne ha coscienza e si lascia docilmente condurre dallo Spirito di Gesù sulla sua strada di misericordia.