VANGELO (Lc 1,39-45) A cosa devo che la madre del mio Signore venga a me?
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Commento
O sole che sorgi, splendore della gloria divina, sole di giustizia, vieni ed illuminaci!
“Una voce! Il mio diletto! Eccolo, viene saltando per i monti, balzando per le colline ” (Ct 2,8).
Fra qualche giorno arriverà. Saprò riconoscerlo e accoglierlo?
Sacre parole del Cantico dei cantici, che ci sono date perché possiamo farle nostre.
Dal momento in cui Maria ha dato alla luce il Bambino, la donna-umanità, la Chiesa, veglia e prepara la venuta del Messia.
Non serve a nulla celebrare una volta all’anno la natività del Salvatore se egli non nasce ogni giorno nel nostro cuore. Concedici, Signore, un cuore così grande da contenere la tua venuta.