Santa Cecilia

VANGELO (Lc 19,41-44) Se avessi compreso quello che porta alla pace!
In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi. Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».

Commento

Gesù piange su Gerusalemme, oggi come allora. È un mistero di sangue e di iniquità questa città costruita sui monti brulli della Giudea, come un faro che risplende nella notte, che racchiude in pochi chilometri le ansie e le speranze di tre religioni che coinvolgono oltre due miliardi di persone. Mistero di incomprensione in cui si gioca tutto il bene e il male dell’uomo, tutta la luce e la tenebra. Gerusalemme è una città santa e lacerata, divisa dagli uomini e amata da Dio. Amiamo Gerusalemme amici, soffriamo per lei, preghiamo intensamente per la pace tra i fratelli ebrei e i fratelli palestinesi, facciamo sentire forte la nostra amicizia e la nostra solidarietà ai cattolici del Patriarcato latino, fratelli che abitano quella terra dai tempi di Gesù, al più arabi di etnia, israeliani di nazionalità e cattolici di religione, schiacciati tra incudine e martello, esasperati da una guerra non loro, sconvolti da una situazione economica disastrosa. Non basta piangere su Gerusalemme, né liquidare con qualche battuta la situazione come se non ci riguardasse: abbiamo fratelli cristiani laggiù che si sentono abbandonati, attiviamoci sul serio per dar loro la certezza di essere nel cuore di ogni cristiano!

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