Sabato della XXVI settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

VANGELO (Lc 10,17-24) Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli.


In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

Commento

Nella prima parte del Vangelo di oggi, Gesù mette in guardia i suoi discepoli contro la tentazione di vanità e di orgoglio proveniente dal loro successo nella missione che Gesù ha loro affidato. Molti di quelli che hanno continuato – e continuano tuttora – la missione di Gesù in tutti questi secoli, hanno incontrato e incontrano nell’esercitare l’autorità divina presso i fedeli le stesse difficoltà e le stesse tentazioni. Ecco perché Dio manda dei santi: per ricordare alla sua Chiesa i veri valori evangelici. Nel Medio Evo, per esempio, quando la Chiesa fu fortemente tentata dal potere temporale e dalla ricchezza, Dio mandò san Francesco d’Assisi, che ebbe, come pochi altri, il privilegio della rivelazione dei segreti del regno di Dio e il cui nome è scritto in cielo. I discepoli di san Francesco, che fra il popolo croato sono diffusi in modo particolare, hanno continuato, fra i Croati, questa missione di umiltà e di testimonianza dei veri valori evangelici, conservando la fede cattolica, in mezzo a sanguinose persecuzioni, sotto le invasioni straniere. Fra tanti santi testimoni francescani croati, vorrei almeno menzionarne due, che si sono guadagnati la gloria degli altari: san Nicola Tavelic, martirizzato a Gerusalemme dai Turchi nel 1391 e san Leopoldo Mandic, cappuccino (1866-1942), la cui vita religiosa, però, si è svolta lontano dalla Croazia: in Italia, dove è stato per anni un umile confessore esercitando il ministero di riconciliazione, fra i fedeli di Padova, dove si trova la sua tomba.

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