Amare Dio, cioè rispondere al suo amore

La bellezza dell’atto di fede di Maria sta nel fatto che esso è il “si” nuziale della sposa allo sposo, pronunciato in totale libertà. Maria è il segno e la primizia di quelle nozze tra Dio e il suo popolo, che i profeti avevano preannunciato dicendo: “E avverrà in quel giorno …”. A lei si applicano perciò le parole del profeta: “Ti farò mia sposa per sempre … Ti fidanzerò con me nella fedeltà”. La fede è l’anello nuziale di queste nozze e a essa corrisponde, da parte di Dio, la fedeltà. Il “si” di Maria non è un atto solo umano, ma anche divino, perché suscitato, nelle profondità dell’anima di Maria, dallo Spirito Santo stesso. Di Gesù è scritto che “con uno Spirito eterno, offrì se stesso senza macchia a Dio”. Anche Maria offrì se stessa a Dio nello Spirito Santo, cioè mossa da Lui. Lo Spirito Santo che le è promesso dall’angelo, con le parole:”Lo Spirito Santo scenderà su di te …”, non le è promesso solo per concepire Cristo nel suo corpo, ma anche per concepirlo, per fede, nel suo cuore. Se ella è stata “ricolmata di grazia”, lo è stata anzitutto per questo: per poter accogliere con fede il messaggio che stava per ricevere. Se senza lo Spirito Santo non possiamo neppure dire:”Gesù è il Signore!”, che pensare di questo “fiat” di Maria dal quale dipendeva, in un certo senso il farsi uomo del Verbo e l’esistenza stessa del Signore? Così si compiono sempre le grandi obbedienze, a partire da quella di Cristo: Dio infonde, mediante lo Spirito Santo, nel cuore della creatura, la carità, e la carità spinge la creatura a fare ciò che Dio vuole. La carità diventa legge, la legge dello Spirito. Dio non impone la sua volontà, ma dona la carità. Maria si è arresa all’amore di Dio; ella si sente amata dal Signore.

Raniero Cantalamessa

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