Quando Maria giunse da Elisabetta questa esclamò: “Beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”. L’evangelista Luca si serve dell’episodio della visitazione come di un mezzo per portare alla luce ciò che si era compiuto nel segreto di Nazaret. A Nazaret, Maria “ha creduto” ed è diventata così “Madre del Signore”. Non c’è dubbio che questo aver creduto si riferisce alla risposta di Maria all’angelo: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. Con queste poche e semplici parole si è consumato il più grande e decisivo atto di fede nella storia del mondo. Questa parola di Maria rappresenta nella maniera più elevata, la passiva disponibilità all’attiva prontezza, il vuoto più profondo che si accompagna alla più grande pienezza. Con questa sua risposta – scrive Origene – è come se Maria dicesse a Dio: “Eccomi, sono una tavoletta da scrivere: lo Scrittore scriva ciò che vuole, faccia di me ciò che vuole il Signore di tutto”. Egli paragona Maria alla tavoletta cerata che si usava, al suo tempo, per scrivere. Maria, diremmo noi oggi, si offre a Dio come una pagine bianca, sulla quale egli può scrivere tutto ciò che vuole. Anche Maria pose una domanda all’angelo: “Come è possibile? Non conosco uomo”, ma con uno spirito ben diverso da Zaccaria. Ella non chiede una spiegazione per capire, ma per sapere come eseguire la volontà di Dio. Chiede come dovrà comportarsi, che cosa dovrà fare, visto che ancora non conosce uomo. In tal modo ci mostra che, in certi casi, non è lecito voler capire a tutti i costi la volontà di Dio, o il perché di certe situazioni apparentemente assurde, ma che è lecito invece chiedere a Dio la luce e l’aiuto per compiere tale volontà.
Raniero Cantalamessa