Il clima di lotta è spesso l’ambiente in cui si svolge l’esercizio della preghiera mentale solitaria. La lotta fa parte della dimensione di deserto e dell’esigenza di purificazione che circonda la preghiera e ne costituisce una condizione essenziale. In lotta entrano sia l’orante che Dio; la lotta che l’uomo deve condurre non è solo con se stesso, ma anche con l’altro. A prima vista sembra che si tratti di una lotta tra il proprio io e qualcosa o qualcuno che è all’esterno (per esempio le condizioni climatiche, il pensiero della guida che eventualmente suggerisce spunti di preghiera, le occupazioni urgenti). Di fatto, più spesso, questa lotta, ancorché profonda, e spesso anche difficilmente delineata, non è che un segno che rimanda a una lotta che la persona che si mette in preghiera ha con se stesso, alla lotta nel suo interno tra il proprio io attuale con tutti i suoi bisogni, i suoi desideri, i suoi limiti e la sua storia e quell’io ideale con tutti i suoi valori che realmente è già, ma che insieme pure dovrebbe diventare e verificando il quale davvero si realizza. Ma ancora più profondamente si staglia la lotta che l’orante ha con Dio. Dietro la lotta psicologica, e non sempre chiaramente distinguibile da essa perché intrecciata con essa, ci sta una lotta con Dio.
Maurizio Costa