Ma come è possibile l’edificazione di una personalità umana e spirituale robusta senza la lotta interiore, senza questo esercizio al discernimento tra bene e male, senza questa strategia per dire “no” efficaci e dei “si” convinti? Dimentichiamo forse che, come ci testimoniano i Vangeli, Gesù stesso ha lottato e non ha potuto sottrarsi a questo confronto con il tentatore? Eppure dovremmo saperlo tutti: il peccato è accovacciato alla porta del nostro cuore, verso di noi è la sua brama, ma sta a noi dominarlo; anche l’apostolo nel Nuovo Testamento ci ricorda che “il peccato ci assedia”, che ci sono “dominanti che ci seducono”, che esistono desideri che contraddicono la nostra libertà”. Si, c’è una lotta spirituale dura, quotidiana, che richiede da parte del cristiano l’atteggiamento propio di chi va in guerra, ma con armi spirituali. Questa lotta come luogo ha il nostro cuore, il centro della nostra vita psicologica, morale e spirituale, il luogo dell’intelligenza e della memoria, della volontà, del desiderio e di tutti gli altri sentimenti, lo spazio dell’incontro tra Dio e l’uomo, tra l’uomo e il suo simile. Ma il cuore si trova anche esposto alla malattia della sclerocardia, se, a poco a poco, è reso incallito dal nostro non ascolto della Parola di Dio e dal nostro acconsentire a ciò che contraddice la volontà del Signore. Avere un cuore unificato, un cuore puro, sensibile e capace di discernimento, un cuore che custodisce e genera pensieri d’amore, è lo scopo della lotta spirituale. Che arte appassionante! Si, contemplando la bontà dell’amore di Dio e degli altri, fissando lo sguardo su quella dolcezza che può sostenerci, la vittoria sulla tentazione diventerà possibile.
Enzo Bianchi